IL PALAZZO DUCALE DI URBINO. I FRAMMENTI E IL TUTTO
dal 27 aprile al 5 novembre 2023
URBINO – Il 27 aprile inaugura, nell’edificio che ospita oggi la Galleria Nazionale delle Marche, la grande mostra “Il Palazzo Ducale di Urbino. I frammenti e il tutto”, a cura di Luca Molinari e Luigi Gallo, direttore della Galleria, che intende far scoprire l’importanza e la complessità storica e architettonica del Palazzo.
La ricchezza di Palazzo Ducale, infatti, non è data solo dalla sua qualità architettonica e decorativa, ma anche nell’essere un frammento di città, una sorta d’infrastruttura che si unisce a Urbino generando una complessità unica tra gli spazi privati del Duca e della corte, i luoghi pubblici della città e il paesaggio verso il quale si apre.
Raccontare oggi l’edificio significa quindi relazionarsi con il suo passato, offrendone una lettura contemporanea che vada oltre la storia, proponendolo come organismo complesso che muta nel tempo.
La mostra – spiega il Direttore Gallo – si concentra proprio sulla ricchezza e sulla contemporaneità di questo manufatto architettonico, coinvolgendo autrici e autori di varie età e provenienti da diverse discipline che lo rileggono in chiave attuale, evidenziando la complessità e densità d’interpretazione e utilizzo nel tempo e nei modi. L’esposizione è il frutto di un lavoro durato diversi anni e portato avanti anche grazie alla collaborazione con istituti di alta formazione come l’ISIA di Urbino e il Dottorato di Ricerca Architettura Teoria e Progetto dell’Università la Sapienza di Roma, che ha permesso di verificare puntualmente la capacità di coinvolgimento di questo nostro straordinario palazzo nelle giovani generazioni
Concepito a metà del XV secolo da Federico da Montefeltro al potere già da una decina di anni, il Palazzo Ducale divenne ben presto il principale monumento della città di Urbino e uno dei più interessanti esempi artistico-architettonici del Rinascimento italiano.
Dopo la fine del Ducato l’edificio fu la sede del Legato Pontificio e di una prigione. E ancora, dopo l’Unità d’Italia, ospitò l’Istituto d’Arte, la Scuola del Libro, gli uffici della Prefettura, una caserma, un liceo con le relative palestre, organizzate nei sotterranei progettati da Francesco di Giorgio.
Dal 1912 è sede della Galleria Nazionale delle Marche, aperta da un giovanissimo Lionello Venturi e diretta in seguito da personalità come Luigi Serra e Pasquale Rotondi che lo trasformò in un deposito di opere d’arte negli anni drammatici della Seconda Guerra Mondiale.
Nell’appartamento di servizio, sotto al suo letto, fu nascosta La Tempesta di Giorgione. Il palazzo ha ispirato il pensiero di autori classici, come Baldassarre Castiglione, e moderni come Carlo Bò, Giancarlo De Carlo, Paolo Volponi, Manfredo Tafuri (del quale in catalogo si presenta un magnifico testo inedito tratto dalle sue lezioni universitarie), che ne hanno aggiornato i contenuti, offrendolo alla contemporaneità.
Articolata nei diversi spazi alle Sopralogge del primo piano, l’esposizione è suddivisa in diverse tematiche.
Lungo i quattro lati della corte si potrà vedere la riscoperta del Palazzo Ducale attraverso lo sguardo contemporaneo e la rilettura dei suoi caratteri archetipici, attraverso diversi tipi di analisi: architettonica, grafica, tipografica e fotografica.
Ai quattro angoli della corte invece la mostra pone l’attenzione sul palazzo come archetipo di architettura collettiva.
Quattro capitoli danno la possibilità di leggere il Palazzo nella sua unità, ma da punti di vista differenti:
TESTO TRATTO DA