L'eremo di Fonte Avellana e il Monte Catria
Alla fine del XV secolo con il Cardinale Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II , il complesso fu ampliato e ristrutturato, raddoppiando il numero delle celle dei monaci, alzando di un piano la fabbrica e praticando finestre simmetriche lungo i muri di cortina. Oggi il complesso è composto da un ampio piazzale che dà accesso alla chiesa dalla pianta a croce latina coperta da volte a botte a sesto acuto, con presbiterio sopraelevato sulla cripta dell’XI secolo; si tratta della parte più antica del complesso architettonico, insieme al chiostro e allo scriptorium risalente al XIII secolo, un ambiente di rara armonia nei volumi, che si protende a sud, distaccandosi aereo dal corpo del monastero. Qui gli amanuensi, utilizzando la luce solare per tutta la giornata, grazie alla fitta e alta serie di ampie monofore che si aprono nella volta a botte dell’edificio, ricopiavano gli antichi manoscritti arricchendoli di artistiche miniature.
Tra i pregevoli volumi ancora conservati spicca il Codice NN dell’XI secolo, primo breviario della comunità avellanita e prezioso documento dell’evoluzione delle notazioni musicali. La prestigiosa Biblioteca “Dante Alighieri”, ricca di oltre 10.000 volumi, tra cui i preziosi codici miniati e antichi libri sacri, assieme alle numerose iniziative promosse dai monaci camaldolesi, mantiene ancora oggi una significativa funzione di faro spirituale. Dal 2007 anche il Giardino Botanico del monastero è aperto al pubblico.
testo tratto da http://www.turismo.marche.it/Turismi/Spiritualit%C3%A0-Sentieri-e-luoghi-della-fede/Leremo-di-Fonte-Avellana-e-il-Monte-Catria/C1/4/C2/99